Il progetto MdM è assolutamente innovativo perché abbraccia alcune delle direttrici dell’Industria 4.0, in particolare la terza direttrice (rapporto/interazione tra uomo e macchina) e introduce un aspetto 3D di visualizzazione del dato e del problema correlato.
Per questo motivo ha vinto un bando regionale relativo all’innovazione di prodotto ed è stato finanziato in parte dalla Regione Emilia-Romagna nell’ambito del POS FESR EMILIA-ROMAGNA 2014/2020.
Machine-driven Maintenance (MdM) rappresenta un HMI (Human-Machine Interface) avanzato e in completa ottica Industria 4.0, che collega le parti di ricambio e la documentazione per la gestione della manutenzione alla macchina stessa tramite segnali di allarme.
Machine-driven Maintenance (MdM) è anche un sistema di acquisizione dei dati della macchina per generare statistiche o trasferire i dati verso sistemi di Machine Learning.
Machine-driven Maintenance (MdM) si sviluppa in ottica di Service 4.0 e rende visuale la manutenzione agli operatori, senza dimenticare la possibilità di apertura di ticket direttamente verso il costruttore (utilizzando SolidRules® come sistema di gestione ticketing).
L’innovazione in ottica Industria 4.0 sta nella possibilità di avere un HMI avanzato tale da non essere solo un sistema in grado di acquisire informazioni dalla macchina, ma un sistema di visualizzazione dei problemi e dei dati della macchina su modello 3D, utilizzando il modulo DAV di SYS Suite®.
L’ambito a cui ci siamo rivolti è quello dei costruttori di macchine. L’idea è partita dalle competenze acquisite nel corso degli anni nel mondo delle parti di ricambio e, in generale, della manutenzione delle macchine con sistemi digitali.
La passata esperienza ha fatto maturare il pensiero che questo potesse essere un tassello indispensabile per produrre un sistema totalmente integrato con la macchina.
I segnali della macchina sono tradotti in immagini 3D e, quindi, resi reali, tangibili, supportando il manutentore con efficacia.
Si tratta di un vero e proprio passaggio epocale: un concetto molto simile a quello che avvenne agli inizi degli anni ’80 con Apple, che favorì la nascita di interfacce di dialogo fra l’uomo e il computer da comandi a caratteri, a comandi visuali tramite icone. In pratica la macchina non mandava più segnali di testo, ma immagini.
Il progetto è stato sviluppato assieme all’Università degli Studi di Parma facendo lavorare assieme professori, ricercatori e nostri tecnici per mettere in atto la realizzazione di un prototipo.
Un obiettivo sfidante è stato quello di costruire un sistema di configurazione semplice che garantisse di non dover riprogettare da zero il sistema per ogni nuovo impianto o macchina.
Uno dei fattori più determinanti in fase di sviluppo è stato l’aver presente che, in questo specifico settore, i macchinari sono spesso altamente personalizzati per il cliente finale, cosa che avrebbe potuto rendere complessa l’implementazione su tutti i tipi di macchine.